Ecco qualche proposta di lettura selezionata ad aprile; non soltanto saggi, ma anche un’autobiografia che è storia dell’Italia: Bibliografia Mediterranea vuole così ricordare Lidia Menapace. Vi ricordiamo che, oltre ad un estratto dall’introduzione o della recensione, trovate i link a quest’ultima e alla casa editrice. Nel caso del libro open access, il collegamento porta direttamente al file. Come sempre, vi invitiamo a mandare osservazioni e proposte scrivendo a isemblog@gmail.com oppure contattandoci sulla pagina Fb: isem cnr.
M. Chatenet, M. Gaude-Ferragu, G. Sabatier (a cura di) Princely Funerals in Europe, 1400-1700 Commemoration, Diplomacy, and Political Propagand, European festival studies: 1450-1700 (EFS), Brepols, 2021
Un panorama dei cerimoniali reali e principeschi, della loro evoluzione dalla fine del Medio Evo al XVII secolo e della diffusione attraverso le Corti d’Europa. In Europa i funerali erano le più stravaganti cerimonie principesche. Alla fine del Medio Evo erano eventi grandiosi, accuratamente registrati, che coinvolgevano le emozioni della corte e del popolo. Durante il Rinascimento la loro stravaganza venne aumentata con l’aggiunta di elementi sorprendenti presi in prestito da un’Antichità in gran parte reinventata. Il XVII secolo introdusse esposizioni effimere, costruzioni di castrum doloris elaborate, rivestite di sontuose facciate e disegni interni, che trasformavano questi santuari in teatrali pire funerarie. Storici, antropology e politologi si sono a lungo interessati dell’argomento… (continua a leggere sul sito dell’editore)
Yossef Rapoport: Islamic Maps, The University Chicago Press, 2021
Attraversando il mondo Islamico, dalla Baghdad del IX secolo all’Iran del XIX, questo volume racconta la storia della cartografia e dei principali cartografi musulmani che ne hanno plasmato l’arte nel corso dei secoli. I cartografi musulmani come al-Khwārazmī e al-Idrīsī svilupparono stili distinti, spesso basati sulla calligrafia e sugli schemi geometrici, e le loro mappe coprivano il mondo conosciuto, dalle sorgenti del Nilo all’Europa del nord, fino alla Muraglia di Gog e Magog a oriente. Questi cartografi studiavano nuove tecniche cartografiche combinando arte, scienza e conoscenze geografiche, al fine di produrre carte che fossero matematicamente sofisticate ed esteticamente magnifiche. Islamic Maps esamina le modalità Islamiche di interpretazione visiva del mondo, situandole nel contesto storico attraverso gli stessi cartografi. (continua a leggere sul sito dell’editore) Un’intervista con l’autore sull’e-zine dell’Arab Studies Institute.
Lidia Menapace: Io, partigiana. La mia Resistenza, Manni, 2014
Staffetta partigiana, senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, in questo libro racconta la sua esperienza nella Resistenza attraverso i grandi eventi storici e gli episodi di eroismo personale e collettivo… E poi, la presa di coscienza graduale del valore politico della Resistenza, che ha posto le fondamenta teoriche e pratiche del progetto di una società solidale e partecipata il quale, se trovò un seguito forte nella Costituzione, fu poi tradito nella storia reale dell’Italia. (continua a leggere sul sito dell’editore).
“Quest’opera viva e brillante affianca alla cultura della memoria individuale il desiderio di illuminare alcuni aspetti oscuri del Novecento italiano: le lettere dei condannati a morte dai tribunali fascisti, l’oscuro destino degli internati militari e la loro voglia di resistere al potere fascista riempiono appendici che soddisfano la curiosità intellettuale dei lettori più accorti e rendono giustizia a una lettura della Resistenza che si avvicina in maniera significativa alle nuove sensibilità della società contemporanea. Testimonianza e critica, voce e riflessione, memoria e storia: l’agile racconto autobiografico di Lidia Menapace introduce gli italiani al settantesimo anniversario della Liberazione e affianca alla tradizionale epopea partigiana una dimensione umana e un’interessante prospettiva di genere.” (da Un’epoca lontana ma non troppo, di D. Degli Esposti 11 luglio 2014)
Adriano Prosperi: Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Einaudi 2021
“Un fatto è certo: siamo davanti a un mutamento profondo. Chi nel 1989 (Francis Fukuyama) aveva immaginato ormai raggiunta la «fine della storia» col crollo del muro di Berlino e giunto il tempo di fermarsi a godere i frutti della liberaldemocrazia e del capitalismo ha poi dovuto fare i conti con l’unica legge fondamentale della storia umana, il mutamento. Cambiano le generazioni e i figli assomigliano ai loro tempi più che ai loro padri, come scrisse Marc Bloch. La prospettiva delle nuove generazioni si è fatta diversa da quella dei loro padri, il mondo umano è cambiato, gli spazi e i tempi nuovi sono diversi dagli antichi, quelle che sembravano conquiste ferme e indiscutibili devono di nuovo sottoporsi alla prova della nuova configurazione del mondo. E chi profetizzava la fine della storia è stato presto disingannato. Quello che invece si è fatto sempre più evidente è un processo che potremmo definire di distruzione del passato. La definizione non ci appartiene. È stato Eric Hobsbawm nel suo celebre Secolo breve a individuare questo fenomeno” (dal Capitolo primo: Le intermittenze della memoria)
A cura di Rosalba Mengoni
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Articolo pubblicato il 5 Maggio 2021