Bibliografia Mediterranea – Dicembre 2022

Bibliografia Mediterranea di Dicembre propone le letture per le vacanze festive. Per cominciare, con Pietro Dalena e Amedeo Feniello, proponiamo due modi di raccontare come l’uomo ha affrontato le crisi e le emergenze che hanno costellato la storia. Segue Egidio Ivetic con la sua storia del rapporto tra l’Italia e il Mediterraneo; mentre il “geografo umanista” veneziano Giovanni Battista Ramusio è il protagonista del volume di Fiona Lejosne con cui concludiamo queste proposte.

Vi ricordiamo che, quando possibile, si darà conto di recensioni diverse, interviste o indici dei volumi, cercando di mettere a disposizione delle lettrici e dei lettori un maggior numero di informazioni, oltre ai link verso la casa editrice. In caso di libro open access, il collegamento porta direttamente al file. Come sempre, aspettiamo le vostre proposte e osservazioni; potete farlo scrivendo a rosalba.mengoni@isem.cnr.it oppure contattandoci sulla pagina Fb: isem cnr.

Con i nostri auguri per le prossime festività, concludiamo il 2022. Torneremo a febbraio 2023 con la rassegna degli articoli tratti dalle riviste scientifiche pubblicate di recente.

Pietro Dalena: Civiltà in cammino. Dinamiche ambientali, sociali e politiche nel Mezzogiorno medievale, Adda, 2022

La crisi pandemica, che ha messo in ginocchio l’intero pianeta nell’ultimo biennio, ha generato una riflessione multidisciplinare, che ha visto coinvolti soprattutto gli storici, chiamati a fornire esempi, testimonianze e chiavi di lettura provenienti dalle passate esperienze relative alla gestione delle crisi emergenziali che hanno sconvolto, ciclicamente nel tempo, la società e il suo “cammino”. Su questi temi un punto di riferimento è certamente rappresentato dal recente volume di Pietro Dalena, che presenta una analitica ed affascinante ricostruzione del cammino affrontato dalle civiltà medievali del Mezzogiorno attraverso le complesse vicende generate dalle calamità naturali. (Dalla recensione di Stefano Vinci su Storia Mediterranea, n. 55/2022 [pag. 3 ssg.]). Indice sul sito dell’editore.

Amedeo Feniello: Demoni, venti e draghi. Come l’uomo ha imparato a vincere catastrofi e cataclismi, Laterza, 2021

Nel 1300 il mondo venne attraversato da una serie di eventi naturali drammatici e devastanti: pestilenze, inondazioni, piccole glaciazioni, carestie. Eppure le tre grandi civiltà del tempo, quella europea, quella islamica e quella cinese, seppero costruire dei veri e propri ‘paesaggi adattativi’ per affrontare le sfide del momento. Un libro che ci conduce alla riscoperta di una grande lezione dimenticata che ci viene dal passato. Nel XIV secolo, al finire del nostro Medioevo, l’intero pianeta venne scosso da una serie di shock violentissimi: epidemie, catastrofi ambientali e cambiamenti climatici. Improvvisamente fu come se demoni, venti e draghi si scatenassero assieme per punire l’orgoglio dell’uomo. Dalla Cina fino all’Europa si diffuse la peste nera, un’epidemia che sembrava annunciare l’apocalisse, accompagnata com’era da furiose inondazioni e giganteschi sciami di cavallette. Da un capo all’altro dell’Eurasia si avvertirono le conseguenze di un improvviso mutamento delle temperature e l’inizio di quella che viene chiamata ‘piccola glaciazione’. (Continua a leggere sul sito dell’editore). L’autore racconta il libro in un video.

Egidio Ivetic: Il Mediterraneo e l’Italia. Dal mare nostrum alla centralità comprimaria, Rubbettino, 2021

Che l’Italia sia il centro del Mediterraneo è scontato. Non tanto scontato è invece il rapporto che l’Italia, nella sua storia, ha avuto con il mare che la circonda. Un mare spesso assente nella letteratura e nella storiografia. Eppure il medioevo mediterraneo, ma anche i secoli moderni, se si pensa a Venezia, è stato segnato dalle repubbliche marinare, secondo la fortunata formula risorgimentale. Più che nord e sud, ci fu un’Italia adriatica e una tirrenica. La decadenza geopolitica di essa va posticipata al periodo 1797-1860. Solo con l’Italia unita si torna al mare come dimensione vitale. Un percorso difficile, segnato da Lissa (1866), velleitario e retorico nella fase fascista, fino al crollo del 1943. Come reazione, la Repubblica italiana ha sviluppato un atteggiamento di distacco dal Mediterraneo, invocando l’Europa. Ne deriva una centralità comprimaria, questa la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, che permane e che deve affrontare nuove sfide. (Dal sito dell’editore). Una recensione di P.L. Bernardini su NRS, anno CVI/2022, fasc. III, è scaricabile gratuitamente sul sito di Torrossa. Un’intervista all’autore da parte di M. Brignone (fondazione Oasis) su Youtube.

Fiona Lejosne: Écrire le monde depuis Venise au XVIe siècle. Giovanni Battista Ramusio et les Navigationi et viaggi, Librairie Droz, 2021

Frutto di una ponderosa Thèse in Etudes Italiennes […], solidamente fondato su ricerche d’archivio, […] il lavoro di Fiona Lejosne, fornisce un ritratto inedito di Giovanni Battista Ramusio (1485-1557), mettendone a raffronto la carriera di cancelliere, diplomatico e ambasciatore della Serenissima e la sua attività di “geografo umanista”. L’opera contribuisce a sostanziare un campo di studi poco battuto per la prima età moderna: quello della «dimensione politica della conoscenza geografica» […]. Nell’ultimo trentennio, la storia delle esplorazioni […] ha preferito intraprendere altri percorsi, concentrandosi sul tema – importante – dell’incontro con l’“altro” piuttosto che su quello della progressiva razionalizza-zione del mondo, conseguente all’ampliamento d’orizzonti geografici. (Dalla recensione di A. Musarra su NRS, anno CVI/2022, fasc. III, scaricabile gratuitamente sul sito di Torrossa). Una recensione Open Access in lingua francese, di V. Caldarella Allaire, sul sito di Transalpina, n. 25/2022.

A cura di Rosalba Mengoni

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