Bibliografia Mediterranea – Aprile 2023

Bibliografia Mediterranea di Aprile apre con il Mare Nostrum di Marco Valle, che analizza il rapporto dell’Italia con il mare che la circonda attraverso i secoli, fino all’attualità e alle sue problematiche. Si parla ancora del Mediterraneo, o meglio dell’Adriatico, per espandersi in tutto il globo, con la riflessione di Elizabeth Horodowich sull’editoria veneziana.

Si prosegue con due volumi presentati all’Università di Teramo il 30 marzo, nel corso del secondo seminario del ciclo: Pensare l’Europa. Filosofi, storici, giuristi e scienziati sociali a confronto. Entrambi i testi sono dedicati alla storiografia: il volume di Francesco Benigno, discusso da Giovanna Cigliano (Università di Napoli “Federico II”) e Gaetano Sabatini (Isem-Cnr), e la miscellanea di studi curata da Giovanni Franchi, Tito Forcellese e Antonio Macchia, commentata da Elena Dundovich (Università di Pisa) e Sante Maletta (Università di Bergamo). Agli incontri hanno assistito Rosalba Mengoni e Giovanni Serreli dell’Isem-Cnr.

Vi ricordiamo che, quando possibile, si darà conto di recensioni diverse, interviste o indici dei volumi, mettendo a disposizione delle lettrici e dei lettori un maggior numero di informazioni, oltre ai link ai siti delle case editrici. In caso di libro open access, il collegamento porta direttamente al file. Come sempre, aspettiamo le vostre proposte e osservazioni, che potrete inviare all’indirizzo di posta rosalba.mengoni@isem.cnr.it, oppure contattandoci sulla pagina Fb: isem cnr.

Marco Valle: Patria senza mare. Perché il mare nostrum non è più nostro. Una storia dell’Italia marittima, Signs Publishing, 2022

[…] quest’opera […] attraversa i secoli […] rintracciando il lunghissimo filo rosso (o meglio blu…) che avvolge e lega la Penisola al suo destino marittimo. […] Un grande affresco in chiaro scuro che raccoglie e spiega lo splendore di Amalfi, Pisa, Venezia e Genova, capitali mondiali della globalizzazione medioevale, la vittoria di Lepanto, l’imporsi […] di Livorno, Trieste e Napoli. E ancora, le visioni marittime di Camillo Benso di Cavour e il navalismo letterario di Salgari e d’Annunzio, la luminosa stagione dei transatlantici, i due grandi conflitti del Novecento e le prove durissime della nostra Marina […] Infine, le luci, poche ma importanti, che iniziano a rischiarare la notte terragna in cui siamo ancora immersi. (Dal sito dell’editore)

[…] La marittimità è (o, meglio, dovrebbe essere) una priorità della nostra narrazione nazionale. Piaccia o meno nel Mediterraneo, come ricordava Braudel, «l’Italia ha sempre trovato il segno del proprio destino poiché ne costituisce l’asse mediano e le è dunque naturale il sogno e la possibilità di dominare quel mare in tutta la sua estensione» e proprio nel “continente liquido” risiedono i primari elementi politici, economici, militari su si regge cui l’intero sistema-Nazione. (Dall’intervista di Gianluca Kamal all’autore: OA su La Nuova Rivista Storica)

Elizabeth Horodowich: The Venetian Discovery of America: Geographic Imagination and Print Culture in the Age of Encounters, Cambridge University Press, 2018

«La Venezia tardo-moderna è ormai nota quale vitale “centro di informazione e comunicazione” (P. Burke) grazie alla sua posizione di incrocio di mobilità e scambi, nonché per il predominio della sua industria editoriale per gran parte del secolo successivo all’invenzione della stampa. Il recente libro di Horodowich aggiunge una nuova dimensione, importante per comprendere il ruolo ricoperto dalla città lagunare, in particolare riguardo al modo in cui Venezia fu un “hub” di informazioni sulla novità della “scoperta” delle Americhe. Oltre ad illuminare la storia culturale ed intellettuale della Serenissima, il volume costituisce un significativo nuovo contributo alla storia globale e alla mobilità in epoca tardo-moderna, evidenziando il flusso di idee, testi ed immagini che circolarono per l’Europa e l’America attraverso vari e diversi media». (Traduzione dalla recensione di Rosa Salzberg sul Vol. 94, n. 4/2022 di The Journal of Modern History).

Sul sito dell’editore è possibile visualizzare l’Indice e la prima pagina di ogni capitolo.

Francesco Benigno: Rivoluzioni. Tra storia e storiografia, Officina Libraria, 2021

«[Il volume] scaturisce dall’officina pulsante dello storico, è uno] [?] strumento per ragionare su alcuni snodi storici successivi al triennio 1989-91 […] Le linee evidenziate da Benigno sono veritiere: la violenza diviene un elemento strutturale per porre attenzione sulla violenza stessa e sui meccanismi psicologici» (Cigliano)

«Dialogando con gli autori presi in esame, Benigno dialoga anche con sé stesso, perché questo approccio può essere utilizzato felicemente solo da uno storico che nell’officina ha passato molto tempo. […] pone nuove domande alla storiografia attuale chiamando in causa il tema della violenza con la sua “storia esperienziale” e non evenemenziale» (Sabatini)

«Le rivoluzioni erano immaginate come “tappe” di un percorso obbligato verso il progresso e la modernità […] Oggi come possiamo ripensare le rivoluzioni, visto che il 1989, la caduta del muro di Berlino ha fatto tramontare quell’universo mentale?» (Francesco Benigno dialoga con F. Bartolini e A. Guerra sul canale YouTube di Stroncature)

Giovanni Franchi, Tito Forcellese, Antonio Macchia (eds): La Rivoluzione Bolscevica. Tra storiografia, interpretazioni e narrazioni, 1917-1924, Edizioni Nuova Cultura, 2021

I contributi che formano le tre sezioni del volume affrontano il tema della rivoluzione bolscevica con metodologie molto diverse. Nella prima sezione “Le interpretazioni storiografiche” viene analizzata la storiografia europea, nonché i rapporti degli stati europei con la Rivoluzione e l’URSS; in “Le interpretazioni filosofiche e politologiche” vengono ricostruite le interpretazioni date alla rivoluzione dai contemporanei e da autori successivi. L’ultima parte “La memorialistica, le testimonianze e le istituzioni”, dà voce ai testimoni dell’epoca, comprendendo anche i dibattiti del Parlamento italiano. Il volume cerca di «leggere il comunismo russo in tutti i suoi aspetti, ricostruire la nascita della forma mentis totalitaria, attraverso l’analisi dei processi a lungo termine che hanno portato alla rivoluzione bolscevica e alle sue conseguenze» (Franchi). «Nel 1924 si chiude la diffusione del modello sovietico in Europa, il sogno di un mondo nuovo» (Forcellese).

A cura di Rosalba Mengoni