Dei rimedi più facili e preservativi: la trattatistica medica tra circolazione ed elaborazione a Genova durante la peste del 1656

Workshop, 23 maggio 2025 ore 17:00

 

Fin dal tardo medioevo, le autorità politiche avvertirono l’esigenza di regolamentare e controllare la pratica medica e di cura. Nella prima età moderna, in diverse aree della Penisola furono istituiti i Protomedicati, incaricati di concedere licenze a specifiche categorie di operatori e operatrici della salute. Questi processi, ben noti nella storiografia, sono stati recentemente riletti alla luce di nuove prospettive, tra cui l’interazione tra medicina “ufficiale” e cura domestica, la circolazione dei saperi e il sistema di relazioni attivato nella pratica medica. Le prospettive di genere e l’approccio microstorico hanno inoltre contribuito a rinnovare l’analisi di questi fenomeni.

L’esperienza delle epidemie, in particolare, ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo e nella diffusione di nuovi e vecchi saperi, che circolavano tra operatori sanitari e autorità di governo nella speranza di individuare cure efficaci. Le reti informative delle magistrature sanitarie permettevano di confrontare esperienze testate in altri stati, verificandone modalità e successi, favorendo così l’adozione di modelli e la recezione di trattati medici. In questo contesto, il periodo compreso tra il 1579 e gli anni ’60 del Seicento fu segnato da forti mutamenti e innovazioni per la Repubblica di Genova.

Le tre pestilenze che colpirono la capitale (1579, 1656) e diverse zone del Dominio (1630) costrinsero le autorità sanitarie a importare e sperimentare nuove procedure medico-sanitarie, spesso ispirate a modelli esterni. I trattati di Gian Filippo Ingrassia e i resoconti di Gio. Bartolomeo Campasso sulla peste di Milano, si affiancarono alle opere di Gio. Tommaso Rossi e del cappuccino Maurizio da Tolone, contribuendo alla circolazione di conoscenze mediche e pratiche di contenimento dell’epidemia. Tuttavia, il divario tra teoria e prassi emerge chiaramente nelle testimonianze dell’epoca, tra cronache ed epistolari, rivelando le difficoltà di applicazione delle prescrizioni mediche e le resistenze locali.

Gli interventi proposti da Paolo Calcagno (Unige) e Francesca Ferrando (Univr) mirano a far luce su questi aspetti, analizzando le pratiche cura e la trasmissione del sapere medico nel contesto genovese.

Ne parleranno con Isabella Cecchini venerdì 23 maggio, alle ore 17:00 sulla piattaforma Teams al link: https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_NDVmMDg4NzItZDI5Yy00OGJkLWExMzItN2IzMjUwNWFhOTk2%40thread.v2/0?context=%7b%22Tid%22%3a%2234c64e9f-d27f-4edd-a1f0-1397f0c84f94%22%2c%22Oid%22%3a%229180d0f6-6b88-44af-a654-8d65f9f4c016%22%7d

Il workshop si svolge all’interno delle attività del PRIN PNRR “Institutional controls and health actions to control endemic and epidemic morbidity in  Italian  states  between  the  15th  century  and   national UnityPRR.PN006.009 – P20222YJFS_SH6_PRIN2022

 

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Articolo pubblicato il 13 Maggio 2025

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