Bibiliografia Mediterranea – Aprile 2024

Proposte di lettura

I volumi proposti in questo numero di Bibliografia Mediterranea dimostrano l’incremento dell’interesse per la storia marittima e navale da parte di storici e storiche. Presentiamo quindi una serie di libri pubblicati tra il 2021 e il 2023 dedicati al mare e ai commerci dal Medioevo agli anni precedenti la Grande Guerra: traffici commerciali e porti tra Mediterraneo e Atlantico, globalizzazione, mercanti, pirati, contrabbandieri, trafficanti.

Quando possibile si darà conto di recensioni diverse, interviste o indici dei volumi, mettendo a disposizione delle lettrici e dei lettori un maggior numero di informazioni; le presentazioni, quando non indicato diversamente, sono tratte – e tradotte – dal sito dell’editore (link sul titolo del volume). Come sempre, aspettiamo le vostre proposte e osservazioni, che potrete inviare a rosalba.mengoni@isem.cnr.it, oppure contattandoci sulla pagina Fb: isem cnr.

Simone Lombardo: La Croce dei Mercanti. Genova, Venezia e la Crociata Mediterranea nel tardo Trecento (1348-1402), Brill | Schöningh 2023; 652 pp. – ISBN 3506790854, 9783506790859

Indice e introduzione sul sito dell’editore (link sul titolo)

Due recensioni OA: Antonio Musarra su Nuova Rivista Storica, Vol. CVII, n. 3/2023, pp. 1270-1270Raúl González Arévalo (in spagnolo) su Medievalismo, Vol. 33/2023

Dopo la perdita della Terra Santa, nel 1291, la pratica e l’idea di crociata andarono incontro a profondi cambiamenti. Anche il mondo circostante, d’altronde, era scosso da epidemie e problemi endemici che si legavano a un crescente disinteresse per l’impresa d’oltremare. Nella seconda metà del Trecento il testimone della crociata nel Mediterraneo fu raccolto dai protagonisti più inaspettati: i mercanti genovesi e veneziani. La questione delle loro motivazioni ‒ materiali o religiose ‒ è al centro dell’indagine presentata: lo studio di cronache, testamenti, documenti, atti governativi, opere letterarie, resoconti economici, corrispondenza e bolle papali, permette di delineare la mentalità e l’attitudine di genovesi e veneziani, che frequentavano i mari del Levante e ne conoscevano la complessità. Essi erano veramente solo degli opportunisti? Tra diplomazia, iniziative private, guerre e commercio, è possibile ricostruire la crociata pragmatica dei mercanti italiani. (da Brill).

Alejandro García-Montón: Genoese Entrepreneurship and the Asiento Slave Trade, 1650–1700. Early Modern Iberian History in Global Contexts: Connexions, Routledge, New York 2021; 310 pp. – ISBN: 9781003242215

Indice, riassunto dei capitoli e anteprima sul sito dell’editore.

Recensione OA di Ramona Negrón su International Review of Social History, Vol. 67, n. 3/2022. Estratto dal pre-print della recensione di Antonio Iodice su International Journal of Maritime History. Pre-print completo al Link biblioproxy.

Il volume descrive come imprenditori genovesi trasformarono le strutture del commercio globale nella seconda metà del XVII secolo. L’autore ricostruisce la rete di affari costruita dal mercante genovese Domenico Grillo tra gli anni 1650 e 1680. Gli interessi commerciali di Grillo andavano dal Mediterraneo fino al Sud America affacciato sul Pacifico, attraversando e includendo l’Atlantico spagnolo, tedesco e Inglese. Domenico e i suoi associati crearono un nuovo modello che venne emulato, nei decenni successivi, dai commercianti tedeschi, francesi e inglesi: la monopolizzazione degli asientos per lo sfruttamento del commercio, trans-imperiale e intra-americano, degli schiavi verso l’America spagnola. Utilizzando la connessione storica tra capitalismo, geografia trans-continentale e diversi imperi, questo libro cambia il punto di vista su un periodo che è tradizionalmente studiato da una prospettiva mercantile nord-europea.

Ana María Rivera Medina (ed.): Ports in the Medieval European Atlantic: Shipping, Transport and Labour, Boydell & Brewer, 2021; 240 pp. – ISBN: 9781783276158, 9781800101678, 9781800101685

Indice e riassunto dei capitoli su JSTOR e su Cambridge University Press.

Un estratto della recensione di Craig Lambert su The English Historical Review, Vol. 138, n. 592/2023. Recensione scaricabile in pdf (in lingua spagnola) di Gisela Coronado Schwindt su Estudios de Historia de España, Vol. 24, n. 2/2022  Anteprima del volume sul sito Amazon.

Una ricca raccolta di ricerche originali su come funzionavano effettivamente i porti medievali, che fornisce nuovi spunti su navigazione, commerci, società e cultura portuale e sistemi di integrazione regionale e internazionale. Il volume risponde al crescente interesse di storiche e storici marittimi per lo studio dei porti. La vita delle enclave offre spunti significativi su diversi temi, incluse navi e navigazione, commerci, materie prime e modelli di consumo; economia, società e cultura dei lavoratori e delle comunità portuali, oltre ai sistemi di integrazione commerciale regionale e internazionale. Attraverso lo studio di porti in Francia, Spagna, Portogallo e Isole Canarie, svolto attraverso la consultazione di numerosi archivi europei, il libro contiene molti dettagli sulla natura dei porti in epoca medievale, soprattutto sull’aspetto cruciale delle operazioni portuali.

Thomas Heebøll-Holm, Philipp Höhn, Gregor Rohmann (ed.): Merchants, Pirates, and Smugglers: Criminalization, Economics, and the Transformation of the Maritime World (1200–1600), Campus Verlag, 2019; 431 pp., Distribuito da: The University Chicago Press – ISBN: 9783593440316, 3593440318

Indice e anteprima sul sito dell’editore. L’estratto di una recensione di Maria Fusaro su The English Historical Review, Vol. 138, n. 592/2023.

La storia marittima tende a tracciare linee nette tra pratiche commerciali legali e illegali, con navi militari e commerciali appartenenti a stati sovrani da una parte, e pirati e contrabbandieri disonesti dall’altra. Questo libro chiarisce come, nei secoli precedenti l’emergere degli stati-nazione, le società marittime fossero dedite, nella stessa misura, sia al commercio legale che a quello illecito, e che il confine tra i due fosse molto meno definito di quanto lo sia oggi. Il tipo di attività d’alto mare che oggi chiamiamo pirateria, nella prima età moderna era spesso visto, nel peggiore dei casi, come un’interruzione dei canali di distribuzione consolidati ma, più spesso, era visto semplicemente come un flusso economico legittimo. A seconda della dalla prospettiva, la stessa persona poteva essere considerata un bandito o un imprenditore. Mercanti, pirati e contrabbandieri racconta la storia di come questi individui finirono per essere etichettati come criminali: un modo per rafforzare le posizioni economiche e politiche consolidate sorte a sostegno della costruzione degli Stati europei tra il XIII e il XVII secolo. (Dal sito web The University Chicago Press).

Felicia Gottmann (ed.): Commercial Cosmopolitanism? Cross-Cultural Objects, Spaces, and Institutions in the Early Modern World, Routledge, 2021, 278 pp. – ISBN: 9780367464615, 9780367714864, 9781000353709

Indice e anteprima sul sito dell’editore.

Un estratto della recensione di Francesca Trivellato su The English Historical Review, Vol. 138, n. 590-591/2023.

Il cosmopolitismo non è soltanto un ideale filosofico, per molti secoli è stato praticato quotidianamente attraverso il globo: la prima epoca moderna raggiunse livelli di interconnessioni economiche senza precedenti. Entità statali, società e individui reagirono con un misto di idealismo e frenesia commerciale, cercando subito di sfruttare nuove opportunità di crescita e limitandone al contempo gli effetti dirompenti. Evidenziando le tipologie delle pratiche commerciali cosmopolite nate dalla prima globalizzazione moderna, il volume fornisce un’alternativa documentata all’universalismo del modello occidentale del periodo successivo. Attraverso l’uso di diverse metodologie interdisciplinari, la categoria del ‘cosmopolitismo metodologico’ invocata da Ulrich Beck, i capitoli forniscono valutazioni – incentrate sulla funzione dell’intermediazione – dell’ambiguo ruolo dell’attore cosmopolita, il quale, spesso giocando e mobilitando varie identità, operava tra e fuori differenti sistemi consolidati giuridici, sociali e culturali. (dal sito dell’editore).

Malte Fuhrmann: Port Cities of the Eastern Mediterranean: Urban Culture in the Late Ottoman Empire, Cambridge University Press, 2020. xi + 477 pp. – ISBN: 9781108769716

Indice e riassunto dei capitoli sul sito dell’editore.

Una presentazione del volume sul canale Youtube del Leibniz-Zentrum Moderner Orient (ZMO). Un’intervista sul podcast: Turkey Book Talk. Estratto della recensione di Meltem Toksoz su American Historical Review, Vol. 127, n. 2/2022. Articolo completo su biblioproxy.

Le città portuali del Mediterraneo orientale, quali Costantinopoli, Smirne e Salonicco, sono state a lungo luoghi di ‘fascinazione’. Note per le loro popolazioni attive e disparate, il dinamismo dei loro scambi economici e culturali, e la forma della loro coesistenza, relativamente pacifica in un’epoca turbolenta, che molti etichetterebbero quali modelli di cosmopolitismo. In questo studio, l’autore prende in considerazione i cambiamenti di spazi, consumi e identità nel XIX e primo XX secolo, quando il Mediterraneo divenne una zona di influenza per le potenze europee. Dando voce agli abitanti delle città portuali, Fuhrmann indaga le modalità con cui le popolazioni si adattarono alle pratiche europee, come il divertimento sia diventato un indicatore del “way of life” europeizzato, e il consumo di birra la celebrazione dell’innovazione, del cosmopolitismo e di una sociabilità di genere misto. Allo stesso tempo, questi adattamenti al modo di vivere europeo sono stati modificati in base alle esigenze locali, com’è il caso delle nuove banchine, strade e palazzi. Rivisitando le pratiche del tempo libero, così come la formazione delle identità di classe, genere e appartenenza nazionale, Fuhrmann offre un punto di vista alternativo sulla relazione tra mondo islamico ed Europa.

A cura di Rosalba Mengoni