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Frontiere d’Europa: dal Mediterraneo all’Atlantico? Due storici a confronto

Gabriella Airaldi (Genova) e Luca Codignola (CNR) sul passaggio dal Mediterraneo all’Atlantico (Genova, 8 aprile)

All’interno di una serie di conversazioni di alto profilo tra studiosi dell’università e del Cnr, Gabriella Airaldi (Università di Genova) e Luca Codignola Bo (Cnr, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea) dibattono su “Frontiere d’Europa? Dal Mediterraneo all’Atlantico” (Genova, 8 aprile 2010). La conversazione è stata coordinata dalla Fondazione Regionale per la Cultura, le Arti e lo Spettacolo (Regione Liguria), e sarà ospitata dalla Camera di Commercio di Genova, via Garibaldi 4, Genova, a partire dalle 16:00.

In “Il Mediterraneo medievale: un mare senza frontiere?”, Gabriella Airaldi parlerà di Mediterraneo, “medium terre tenens” dell’Europa nascente, ma pur sempre estrema penisola della grande Eurasia, come il caposaldo della formazione di un nuovo concetto di Occidente. Analizzerà gli spazi, i tempi e i modi della politica; la valenza della cronologia e dell’histoire événementielle; gli orizzonti aperti dell’economia; le sue trasformazioni, i suoi spazi, i suoi tempi, i suoi modi, i successi e gli insuccessi. Infine esaminerà gli incontri e gli scontri di culture e società; i fenomeni dell’espansione e della migrazione di uomini, oggetti, modelli culturali, sistemi di vita e idee oltre i confini del Mediterraneo antico. Secondo Luca Codignola Bo, che si chiederà “È’ l’Atlantico il vero Mare Mediterraneo degli europei?”, è tra il Trecento e il Quattrocento che ebbe luogo la prima espansione europea lungo la costa africana, anche se non al suo interno, con le prime nuove colonizzazioni atlantiche. L’Oceano Atlantico, non ancora attraversato, restava una barriera fisica e uno spazio ignoto. Solo nel Cinquecento, infatti, l’Europa si espanse in direzione atlantica, in un movimento che si completò alla fine del secolo per quanto riguarda l’area iberica e alla fine del Seicento per l’area anglo-franco-americana. A poco a poco, l’Atlantico divenne il mare nostrum degli europei e perse il suo significato di frontiera. Il Mare Mediterraneo, viceversa, continuò a rappresentare il luogo il cui l’Europa finisce e comincia qualcosa di diverso e non facilmente penetrabile.

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